Certose e Monasteri

Certose e Monasteri

Il territorio presenta un ricco patrimonio artistico culturale, nel quale la storia e il mistero entrano da protagonisti nelle suggestive abbazie lungo il cammino di San Benedetto.

Tra i principali monumenti religiosi da visitare vi sono la Certosa di Trisulti a Collepardo, la vicina Badia di San Sebastiano, l’Abbazia di Casamari, l’Abbazia di San Domenico, l’imponente Abbazia di Montecassino e il Monastero di Santa Scolastica e il Sacro Speco a Subiaco.

Uno straordinario percorso mistico intrapreso a piedi da San Benedetto, patrono d’Europa, tra il 525 e il 529. Molti i borghi e le città caratteristiche, a partire da Anagni, (nota come la città dei Papi, per aver dato i natali a quattro pontefici Innocenzo III, Alessandro IV, Gregorio IX e Bonifacio VIII) per proseguire con Paliano, nel feudo dei Colonna, Alatri, Acuto, Fumone, Ferentino, Serrone, Veroli e Arpino. La scoperta di affascinanti itinerari continua lungo i paesini arroccati sui Monti Lepini e Aurunci, testimoni di un medioevo mai dissolto, fatto di mura poligonali, misteriosi castelli, torri medievali e affreschi di scuola bizantina.


CERTOSA DI TRISULTI - COLLEPARDO

Fondata da Innocenzo III nel 1204 e costruita nei pressi di un monastero benedettino eretto da San Domenico da Foligno (del quale rimangono alcuni resti), la Certosa di Trisulti è un complesso monastico cistercense, immerso nel verde dei boschi ai piedi del monte Rotonaria. Dal 1208 fu affidata ai monaci Certosini; nel 1947 furono sostituiti dagli attuali Cistercensi.  Al suo interno è possibile visitare la Chiesa con pregevoli opere d’arte e l’antica Farmacia delle Erbe, dove si possono ammirare i vasi in terracotta maiolicata, risalenti al XII secolo, che contenevano spezie, unguenti, medicamenti droghe.

La Certosa è Monumento Nazionale e custodisce anche una ricca Biblioteca Statale con 25.000 volumi.  Per la sua posizione collinare, a 800 metri sul livello del mare, la Certosa divenne presto un luogo di raccoglimento per chi voleva abbandonare gli agi e le comodità per seguire una vita di meditazione e semplicità.

www.collepardo.it/certosa

 

SACRO SPECO E MONASTERO DI SANTA SCOLASTICA - MONASTERI BENEDETTI DI SUBIACO

Dei dodici monasteri voluti da San Benedetto nella valle sublacense, l’unico sopravvissuto ai terremoti e alle distruzioni saracene fu quello di Santa Scolastica, che, sino alla fine del XII secolo, fu il solo monastero di Subiaco. In origine si chiamò “Monastero di San Silvestro”, successivamente (IX secolo) fu detto “Monastero di San Benedetto e di Santa Scolastica” e nel XIV secolo prese il nome attuale. Si presenta come un complesso di edifici costruiti in epoche e stili diversi: un ingresso, sul quale figura la scritta “Ora et Labora”, con strutture del XX secolo, introduce nel primo chiostro o “Chiostro Rinascimentale” del secolo XVI, dal quale si passa in un secondo chiostro o “Chiostro Gotico” del secolo XIV ed, infine, in un terzo, detto “Chiostro Cosmatesco”, del secolo XIII. Il Campanile è del XII secolo e la Chiesa attuale è della fine del 1700, l’ultima di ben cinque chiese stratificatesi lungo i secoli. Il monastero ebbe il periodo di maggiore splendore tra il secolo XI e il secolo XIII. Nel 1465 i due chierici tedeschi A. Pannartz e C. Sweynheym vi impiantarono la prima tipografia italiana, che arricchì la Biblioteca, già esistente, di incunaboli e di libri di grande valore. La Biblioteca è oggi situata sul lato nord del Chiostro Gotico, mentre il Refettorio si trova nel lato ovest del Chiostro Cosmatesco, un tempo sormontato dal Dormitorio.

Il monastero di Santa Scolastica si trova ad est di Subiaco, a 510 metri di altezza, ed è disposto longitudinalmente e parallelamente alla valle, dove, per secoli, vissero nella contemplazione e nella preghiera, eremiti e monaci, che le meritarono il nome di “valle santa”.

A pochi chilometri il Sacro Speco o Monastero di San Benedetto, sorto nel XII sec. sopra la grotta dove il Santo passò i primi anni di vita monastica. Splendidi gli affreschi medioevali che ornano le numerose celle e grotte del complesso monastico. Pio II, visitando il Monastero di San Benedetto nel 1461, lo definì “nido di rondini”.

Incassato nella roccia a strapiombo sulla valle sottostante, tale appare al visitatore che percorre il Bosco Sacro. Pareti, volte e scale, perfettamente integrate nella pietra cui si appoggiano, con la loro irregolarità, garantiscono un’autentica suggestione in chi si avvicina per visitarlo.
Composto da due Chiese sovrapposte e da Cappelle e grotte, interamente affrescate in epoche diverse, costituisce un monumento unico, per bellezza e spiritualità, tra quanti la storia della Chiesa e dell’Arte hanno abbondantemente dotato il nostro Paese.

www.benedettini-subiaco.it